Per capire il nuovo corso della Grecia, dobbiamo conoscere i suoi principali attori.
Varoufakis, ministro delle finanze ellenico, è un po’ l’emblema di Syriza.
Gad Lerner lo definisce *sbrindellato* alludendo al fatto che all’incontro con il ministro economico francese, si è presentato in moto e camicia fuori dai pantaloni.
Un atteggiamento *rivoluzionario* nei palazzi ingessati della Troika.
In questo caso la forma è sostanza.
In Italia, come in Francia, la destra estrema di Salvini e Le Pen ha esultato a risultato conclamato, sperando di avere un alleato in più nella loro lotta contro l’euro.
Ma, fortunatamente, si sbagliavano.
La loro deriva populistica fatta di: NO EURO NO EUROPA e cose del genere è stata stoppata e smentita dalle dichiarazioni di Varoufakis.
L’euro è e deve essere irrevocabile per tutti i suoi Paesi membri, non solo perché lo dicono i trattati ma perché altrimenti non ci può essere davvero una moneta unica
Queste parole, nette e chiare, di Varoufakis, determinano il nuovo corso della Grecia all’interno della UE.
Si ha la volontà di rimanere e lavorare per un’Europa più giusta e in cui la crescita e la giustizia sociale indichino la via maestra.
Per contro, la Grecia ha dichiarato che:
Il debito greco verrà rimborsato solo ed unicamente se le politiche europee verteranno verso la crescita e non ancora seguendo le linee dell’austerity dettate dalla Troika (FMI, BCE e Commissione Europa) e dalla Germania.
Putiferio.
La politica di austerity ha dimostrato in pieno i suoi limiti, creando disoccupazione e contrasti sociali a volte insanabili.
Ben vengano voci fuori dal coro, ben vengano persone ed idee contrarie e diffidenti rispetto a quelle che hanno portato l’Europa economicamente a 30 anni fa.
Continuiamo a ballare questo Sirtaki.