Ti osservo da lontano e tu non te ne accorgi.
Li, imbambolata come una novella Alice nella tana del bianconiglio, troppo presa da tutto ciò che ti circonda per accorgerti che ti osservo.
E potrei indovinare tutti i pensieri che ti passano per la mente e disegnarli con dettagli infiniti.
Tu sei lì davanti, con lo sguardo sognante e svagato di chi prende la realtà a mò di sogno, di chi è curiosa della vita.
Di chi è vita.
E tu sei lì, con un pezzo di carta in mano; uno di quelli che ti fanno comprare la felicità dell’attimo ma non troppa altrimenti hai mal di stomaco.
E vedo i tuoi occhi che vagano a destra e a sinistra non sapendo dove poggiarsi.
E vedo il tuo viso di bambina illuminarsi e sorridere come quando tuo padre ti portava il regalo per natale.
E anche se non era quello che ti aspettavi eri felice lo stesso.
Perchè lui era felice.
E a te andava bene così.
E quel movimento che fai così bene: quello con la mano, quando ti sfiori i capelli come a dire – vorrei che fossi qui – e invece ti sto guardando da lontano.
Poi qualcosa ti risveglia da quel torpore estatico, e tu con una vocina sottile dici:
Vorrei un gelato, per favore!
E mi guardi sorridente mentre ti sporchi le labbra con la fragola e la vaniglia.
– Si , sono qui. – mi dico a mente.
E so che ci sarò sempre.
-i500passi-