Piemonte – Una cucina variegata, ricca di sapori

 

Piemonte

La cucina piemontese è ricca di sapori e di storia: infatti , la varietà del territorio piemontese e del suo conseguente clima ha prodotto una differenziazione nella gastronomia delle diverse aree geografiche di questa regione.

 

Oltre alla differenza tra zone, ha influito sulla cucina anche quella tra classi sociali: troviamo quindi una cucina “povera” e un’altra più elaborata e ricca. La prima è decisamente fedele al territorio e alle materie prime che esso mette a disposizione, mentre la seconda – quella della nobiltà e delle corti – subisce l’influenza francese, essendo stato il territorio piemontese per lungo tempo un dominio sabaudo.

 

Caratteristiche distintive di questa cucina sono fondamentalmente l’impiego notevole del burro e del lardo. il consumo di verdure crude, l’uso del sanato ( che è la carne di vitello di pochi mesi nutrito con solo latte,  carne che si trova solo in Piemonte e in Valle d’Aosta) , la varietà dei formaggi , l’uso esteso dei tartufi e l largo utilizzo di aglio , che ha dato origine all’ormai famosa Bagna Cauda. 

 

La Bagna Cauda è il piatto simbolo per eccellenza, il cui nome pare derivare dal dialetto locale ( bagna= salsa e caöda = calda) : si tratta infatti di una salsa a base di olio, aglio e acciughe che la tradizione vuole servita in un recipiente di terracotta appoggiato su un piccolo braciere comune a tutti i commensali, nel quale ciascuno intinge a piacere verdue ( ortaggi di qualsiasi tipo, purché non siano troppo aromatici), pane, crostini, patate, polenta o uova. La ricchezza de l piatto in termini di sapore e gusto e la maniera in cui viene servito in tavola fanno capire che questa ricetta in origine veniva preparata durante i giorni di festa: dunque risultava una pietanza conviviale.

 

Tutti i gusti e le esigenze della tavola in Piemonte possono essere soddisfatti con prodotti tipici della regione: dagli aperitivi ai variegati antipasti, dai sostanziosi primi ai secondi arricchiti da vari contorni, accompagnati dai famosi grissini torinesi (les petit batons de Turin di cui era ghiotto Napoleone), ai saporiti e rinomati formaggi,  il tutto seguito da dolci di fantasiosa pasticceria: dal celebre bunét , confezionato con cioccolato e amaretti, alle piccole bignole, dai pasticcini raffinatissimi al torrone, alla nocciola, al cioccolato, che si usa, fra l’altro, per la crema gianduia e i rinomati gianduiotti.

 

Un alimento distintivo della produzione piemontese è il riso, anche se la coltura riguarda una particolare zona del territorio regionale:  la pianura che si stende a forma di mezzaluna da Cuneo al Ticino, si apre oltre la Dora Baltea e si allarga nel Vercellese piatto e verde, una terra ricchissima di risorse agricole che ha trovato la sua unità agraria proprio nella coltura del riso.

 

Attualmente si denota una massiccia promozione della cucina locale da parte della popolazione piemontese, che si manifesta nella volontà di vedere riconosciuta l’alta qualità non solo di alcune materie prime, ma anche di prodotti tipici quali, per esempio, le innumerevoli produzioni casearie (ecco allora la presenza nell’attuale gastronomia piemontese di molti prodotti DOC e IGP).

 

 

 

 

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